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La tana dei lupi
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TRAMA COMPLETA
Le vicende della telenovela ruotano attorno al clan dei Larios, una ricca famiglia di industriali del settore farmaceutico, e alla figura della perfida matriarca Caterina, che porta una benda sull’occhio destro.
La storia comincia una mattina nella sontuosa villa dei Lario. Il patriarca Carlo scopre un terribile segreto tenutogli nascosto per anni dalla moglie Caterina. Deciso a modificare il testamento e chiedere il divorzio, Carlo affronta la moglie, ma viene ucciso da lei con un veleno mescolato nella spremuta d’arancia. Poco dopo, muore in un incidente d’auto.
Alla lettura del testamento, si scopre che l’intero patrimonio della famiglia andrà al primo dei due figli che avrà un figlio maschio. Nessuno dei due ha ancora avuto figli: Pierluigi, il primogenito nato dal primo matrimonio di Carlo, vive lontano e conduce una vita disordinata; Alessandro, figlio di Caterina e Carlo, dirige l’azienda di famiglia, ma sua moglie Vilma è sterile.
Caterina, determinata a escludere Pierluigi dall’eredità, convince Alessandro a sedurre Eleonora, la giovane segretaria, con l’obiettivo di metterla incinta e poi sottrarle il bambino.
I motivi per cui Pierluigi non riesce a condurre un'esistenza normale affondano le radici in un drammatico episodio della sua infanzia, che lo ha segnato profondamente. Da bambino, infatti, giocando con una trottola, avrebbe ferito gravemente la matrigna, causandole la perdita dell'occhio destro. Questo, almeno, è ciò che lui e tutti gli altri hanno sempre creduto. In realtà, Caterina non ha mai perso l’occhio: sotto la sua benda colorata non si cela un occhio di vetro, come ha sempre sostenuto, ma un occhio perfettamente sano.
Questo inganno, portato avanti per anni, aveva un solo scopo: distruggere psicologicamente Pierluigi, facendolo crescere con un senso di colpa insostenibile, e dirottare così l’amore di Carlo verso l’altro figlio, Alessandro. Il segreto scoperto da Carlo proprio la mattina in cui è stato ucciso da Caterina era questo.
Dopo la morte del padre, Pierluigi torna a Città del Messico e intreccia una relazione con una sua vecchia amica, Paolina. Ma la matrigna riesce a separarli, allontanando così la possibilità che nasca un erede maschio destinato a ricevere l’intera eredità.
Intanto Alessandro, in accordo con Caterina, prosegue con il suo piano. Da un lato costringe la moglie Vilma a simulare una gravidanza, dall’altro seduce Eleonora e la mette incinta, promettendole di sposarla e arrivando persino a inscenare un finto matrimonio. Al momento del parto, nella clinica del compiacente dottor Syndel, Alessandro sottrae il neonato alla madre, lasciando Eleonora in preda alla disperazione e senza alcuna possibilità di dimostrare quanto accaduto. Il bambino cresce così con il nome di Edoardo insieme ad Alessandro e Vilma, convinto che quest’ultima sia la sua vera madre.
Dopo un anno trascorso in una clinica psichiatrica, Eleonora inizia a riprendersi e a meditare vendetta, decisa a diventare anch’essa un lupo per affrontare la famiglia Lario. Conosce Pierluigi e lo seduce, ma non ha previsto che l’uomo, con la sua sensibilità, riesca a conquistare la sua fiducia e a farla innamorare davvero. Durante un viaggio in Chiapas, Eleonora e Pierluigi decidono di sposarsi subito e di andare a vivere nella villa dei Lario. Al loro ritorno, grande è la sorpresa di Caterina, Alessandro e Vilma.
Alla storia di Eleonora e della lotta per riprendersi il suo bambino si intreccia nel frattempo una serie di efferati delitti, tutti commessi — direttamente o indirettamente — da Caterina. Le sue vittime, uccise in modi diversi, hanno l’unico torto di conoscere il segreto nascosto dalla benda o di aver tentato di ostacolare la matriarca.
Si comincia con il gioielliere Scudiero, che avendo incontrato per caso Caterina in una gioielleria di New York e avendola vista senza benda, vorrebbe raccontare a Pierluigi la verità. Per impedirglielo, Caterina, travestita con parrucca bionda, occhiali scuri e impermeabile nero, lo uccide di notte con pochi colpi di pistola in un parcheggio sotterraneo. Del delitto viene incolpato l’ignaro Pierluigi che, proprio per questo motivo, sconterà ingiustamente un anno di prigione.
Poi è la volta di Reginaldo Guglielmi, direttore generale dei laboratori Lar-Creel, che mettendo insieme varie tessere del mosaico ha scoperto la verità sulla morte di Carlo Lario e del gioielliere, ed è pronto a rivelare tutto alla polizia. Caterina, con lo stesso travestimento usato per uccidere Scudiero, si presenta nella camera d’albergo dove l’uomo si nasconde e, dopo averlo stordito spruzzandogli negli occhi uno spray anti-furti, gli inietta del veleno con una siringa. Prima di lasciare la stanza, gli consegna una falsa confessione con firma contraffatta, in cui Guglielmi si autoaccusa degli omicidi. La polizia crede così a un suicidio e prende per buona la falsa confessione.
Segue l’incendio nella casa di riposo, ordinato da Caterina all’infermiera Rosalia Mendoza e da questa eseguito: per mettere a tacere la sua segretaria Berta Moscati, venuta a sapere tutto sui crimini di Caterina, la donna fa dare fuoco alla clinica dove è ricoverata la nonna di Berta e dove la stessa Berta si trova in visita. Tutti i pazienti muoiono soffocati dalle fiamme, ma Berta riesce miracolosamente a salvarsi. Anche Rosalia, però, fa una brutta fine. Dato che la polizia è sulle sue tracce, Caterina convince la complice a lasciare il Messico e le consegna una valigia piena di denaro. Poi le fa indossare gli abiti usati per gli omicidi di Scudiero e Guglielmi e, appena la donna parte, allerta l’ispettore Luna. Questi, con altri poliziotti, raggiunge Rosalia alla stazione di Buena Vista. Dopo un drammatico inseguimento che si trasforma in una sparatoria, l’infermiera viene colpita da un proiettile e muore sul marciapiede di un binario senza riuscire a rivelare nulla.
Infine è il turno della giovane Luciana, un’amica di Berta, che entrando in casa Lario aveva cercato di ottenere la prova che la falsa confessione di Guglielmi era stata scritta con la macchina da scrivere di Caterina. Procuratasi le chiavi di casa di Luciana, Caterina entra di notte nell’appartamento e, sorpresa la ragazza in dormiveglia sul divano, la strangola con il filo di un registratore.
Frattanto, con l’ausilio della stessa Berta, che conosce tutti i segreti e le malefatte di Caterina, Eleonora riesce a incastrarla, mentre la donna si vede lentamente accerchiata su tutti i fronti. Pierluigi, accorso in ospedale al capezzale della matrigna dopo un incidente stradale, scopre che la benda di sua madre non nasconde un occhio di vetro, come aveva creduto per anni, ma un occhio perfettamente sano. Decide così di affrontarla. Nel frattempo ascolta una conversazione tra il fratello Alessandro e la cognata Vilma, dalla quale apprende che Caterina è l’autrice degli omicidi di Guglielmi e del gioielliere.
Le cattiverie della matriarca si ritorceranno, infine, proprio contro l’amato figlio Alessandro, che insieme alla moglie Vilma rimane ucciso in un incidente aereo, pianificato da Caterina con l’intento di assassinare Pierluigi ed Eleonora. Appena scoperto di aver ucciso il figlio per errore, Caterina — che nel frattempo ha anche ucciso l’ispettore di polizia Suarez, spingendolo nella piscina del giardino di villa Lario e poi gettandogli addosso un tagliaerba acceso — si sente crollare il mondo addosso e decide di suicidarsi ingerendo lo stesso veleno con cui aveva assassinato il marito Carlo.
La polizia ritrova così Caterina Creel riversa sul letto, senza benda, con indosso una parrucca bionda e un impermeabile nero. «Se non lo avesse fatto lei, lo avrei fatto io», commenta il figliastro Pierluigi, osservando il cadavere di Caterina adagiato su una lettiga.
La telenovela si conclude cinque anni dopo le tragiche vicende, quando Eleonora e Pierluigi sono ormai una coppia felice e, oltre al piccolo Edoardo (rinominato Riccardo nella versione italiana e Braulio in quella originale), hanno anche un altro figlio di nome Pierluigi (José Carlos). Sono proprio i due bambini, mentre giocano nella grande villa di famiglia, ad aprire l’ex camera di Caterina, rimasta chiusa per anni. Nell’ultimo inquietante fotogramma, Edoardo si volta verso il fratellino indossando una delle tante bende colorate con cui Caterina era solita coprire il suo occhio e, con voce quasi diabolica, esclama: «Io non sono Riccardo, sono il piccolo Edoardo» (Yo no soy Braulio, soy el pequeño Edgard).
FINE




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